Sentenza n. 412 del 5 dicembre 2019 della Corte di Appello di Campobasso che fa da apripista per un fenomeno celato nei mutui con ammortamento alla francese.
La corte di Appello di Campobasso n. 412 del 5 dicembre 2019 apre ufficialmente le danze su un fenomeno non ancora ben compreso dai Giudici di merito legato alla stragrande maggioranza dei mutui e dei finanziamenti, ovverosia sul fatto che il piano di ammortamento alla francese utilizzato per la quasi totalità dei mutui e dei finanziamenti italiani nasconde due insidie di cui si tratterà di seguito.
Si cercherà di evitare, per quanto possibile, l’aspetto matematico che si cela dietro queste affermazione per non complicare enormemente la questione.
In tanti ci chiedete “come mai sono 10 anni che pago il mutuo ed il capitale residuo dello stesso non scende mai? Ho pagato solo gli interessi”. Avete in pratica capito che qualcosa non quadra ma non riuscite a capire cosa.
La risposta sta proprio nel fatto che il piano di ammortamento del vostro mutuo è alla francese ovverosia un piano di ammortamento in cui si pagano prima gli interessi e poi il capitale, questa tipologia di ammortamento prevede che le rate siano posticipate e che l’importo erogato venga restituito in rate costanti di pari importo.
Il contratto di mutuo che avete stipulato indica contrattualmente che verrà utilizzato un piano di ammortamento alla francese, ma nessuno si sognerà mai di precisare il regime finanziario adottato che non è quello semplice, bensì quello composto.
Con l’esempio numerico capirete la differenza tra i due regimi finanziari: quello semplice e quello composto.
Supponiamo di stipulare un contratto di mutuo di euro 100.000 al tasso del 10%. Il montante (vale a dire la cifra che dovrò restituire dopo 10 anni) cambia notevolmente qualora si usi il regime finanziario semplice o composto. Nel primo caso il montante sarà dato da 200.000 euro, mentre nel secondo caso sarà pari ad euro 259.400 euro.
La differenza di euro 59.400 è esattamente la quota di interessi che la Banca vi sta sottacendo quando stipulate un mutuo con ammortamento alla francese in regime composto indicando contrattualmente il solo TAN (Tasso Annuo Nominale) invece che il TAE (Tasso Effettivo Composto). Ora avete capito perché nonostante sono 10 anni che state pagando il mutuo ed il capitale è sempre lo stesso.
Quanto indicato nell'esempio è dimostrabile senza nessuna possibilità di replica matematica, ma il diritto fa fatica a comprendere; ecco che ci viene in aiuto la Corte di Appello di Campobasso con la sentenza n. 412 del 5 dicembre 2019.
Altre sentenze hanno iniziato a comprendere che si cela qualcosa di strano dietro i finanziamenti con il piano di ammortamento alla francese, ammortamento, guarda caso, utilizzato dalla quasi totalità dei prestiti concessi da banche e finanziarie. Anche altri tribunali hanno iniziato a comprendere l’inganno che si cela dietro tali tipi di ammortamento (Tribunale di Cremona del 28 marzo 2019, Tribunale di Roma del 29 maggio 2019, Tribunale di Massa del 13 novembre 2018, Tribunale di Napoli del 13 febbraio 2018).
La sentenza della Corte di Appello di Campobasso indica "il tasso nominale di interesse pattuito letteralmente nel contratto non si può maggiorare con il piano di ammortamento, poiché il calcolo degli interessi, nel piano di ammortamento, deve essere trasparente ed eseguito secondo le regole matematiche dell’interesse semplice".
Come visto nell'esempio sopra citato il piano di ammortamento non è né trasparente in quanto vi stava nascondendo 59.400 euro di interessi ogni 10 anni e né stipulato secondo le regole dell'interesse semplice in quanto è esattamente per il motivo che si sta applicando l'interesse composto invece di quello semplice che la lievitazione degli interessi è esponenziale e soprattutto inaspettata.
Continua, infatti, la Corte di Appello "la rate del mutuo con rimborso frazionato è stata calcolata, nel caso in esame, con la formula del c.d. interesse composto, non prevista nella parte letterale del medesimo contratto, il che comporta la crescita esponenziale del costo... Il maggior costo sopportato dai mutuatari per il contratto di mutuo per cui è causa accerta la coesistenza in uno stesso contratto di due differenti tassi, con la determinazione di un’assoluta incertezza su quale dei due tassi convenuti sia effettivamente quello convenuto ed applicabile. E’ dunque un sistema per dichiarare nella parte comprensibile del contratto un tasso minore di quello successivamente esplicitato numericamente nel piano di ammortamento".
Nella sostanza vi hanno fatto credere che vi avrebbero praticato un tasso, ma ve ne stanno applicando un altro che produce molti più interessi di quanti ne dovrebbe produrre. La Corte di Appello ha condannato la banca a pagare la differenza tra il tasso praticato e quello legale, in sostanza ha quasi azzerato gli interessi pagati.
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