Fate attenzione a chi vi promette facili soluzioni. Fare causa ad una Banca è possibile, ma è necessaria estrema cautela e precisione
A partire dai primissimi anni del 2000 in Italia si è verificato un renvirement della giurisprudenza nel diritto bancario che ha visto gli utenti (privati o società) averla vinta per le primissime volte contro lo strapotere del sistema bancario avutosi fino a qualche anno prima
L'utente bancario si è trasformato, da semplice comparsa in una causa contro la banca, in protagonista principale, attore che, grazie al mutato indirizzo giurisprudenziale, ha oggi il potere di decidere le proprie sorti.
Per poter fare causa ad una banca, sia se ci si debba opporre ad un decreto ingiuntivo o ad un precetto, sia per fare una causa per recuperare delle somme illegittimamente percepite dalla stessa, è fondamentale una perizia econometrica, vale a dire una fotografia del rapporto bancario in tutta la sua durata, verifica che analizza tutto il rapporto avutosi con la banca per evidenziarne eventuali criticità rivendicabili e stabilirne gli importi da farsi ristornare.
Dopo la prima sentenza di Cassazione del 16 marzo 1999 numero 2374 che stabiliva la natura negoziale e non normativa della capitalizzazione trimestrale degli interessi debitori, pratica diffusa da tutte le banche fino a quel periodo, si è assistito, sotto la spinta delle associazioni di consumatori, allo sviluppo su larga scala del contenzioso bancario.
Tutta una serie di successive sentenze dichiararono illegittimo l'anatocismo trimestrale degli interessi.
Dopo il primo periodo di entusiasmo generale il settore si è sviluppato in sordina fino alla sentenza di cassazione numero 350 del 2013 sui mutui, sentenza che, tra la crisi che ormai attanagliava l'Italia e vari servizi televisivi imprecisi e fuorvianti, nonché della stampa specializzata, lascia intendere che la quasi totalità dei mutui in Italia sono usurari. In realtà non è la sentenza a generare dubbi, ma tutto il mondo mediatico che cerca di far passare un concetto matematico e giuridico da far accapponare la pelle.
Secondo questa tesi per tutti i mutui e finanziamenti fatti in Italia sarebbe bastato sommare il tasso corrispettivo al tasso di mora e confrontarlo con il tasso oltre il quale gli interessi sono usurari (cosiddetto tasso soglia) per poter, qualora la somma dei due tassi fosse stata superiore al tasso soglia, non pagare, per tutta la durata del mutuo, la quota interessi e pagare solo quella capitale.
In parole povere il mutuatario poteva pagare soltanto il capitale in comode rate, senza dover più restituire alla banca gli interessi pattuiti nel contratto.
In una fase storica permeata da chiusure giornaliere di aziende, suicidi di imprenditori che non riescono più a sostenere il peso economico delle loro attività, con costi crescenti e ricavi sempre più bassi, ecco che spuntano gli avvoltoi a caccia di prede da depredare per "vendere" le loro "perizie bancarie" al malcapitato di turno. In pratica qualsiasi persona in Italia, che sia un tabaccaio o un benzinaio, capace di fare una semplice somma tra il tasso corrispettivo ed il tasso moratorio, ha cominciato a fare perizie econometriche con il risultato unico di far irrigidire i tribunali per farci ripiombare tutti ai primi anni del 2000, quando le cause le vincevano le banche.
Per darvi una idea dello sviluppo del mercato delle perizie bancarie basta digitare su qualsiasi motore di ricerca la voce "perizie usura". Fino a tre, quattro anni fa tale voce contava pochissime visualizzazione al giorno e pochissimi professionisti seri che si occupavano della materia. Oggi appaiono almeno trenta pagine di società con i nomi più bizzarri e di impatto, alcuni peraltro anche di cattivo gusto, che promettono di far recuperare migliaia di euro ai clienti delle banche, assicurando risultati certi essendo molte delle quali nate negli ultimi due anni.
Allora poniamoci una domanda. Se per chiudere una causa occorrono minimo 3-4 anni per andare a sentenza, come fanno queste società a garantire il successo se la loro nascita, che si può verificare semplicemente facendo una visura in camera di commercio, è di appena la metà degli anni della durata di un processo?
La risposta è molto semplice: tantissime di queste strutture non hanno nemmeno idea di quale sia il lavoro da fare, semplicemente cavalcano l'ondata populista dettata dal fatto che qualsiasi cosa la banca abbia fatto sia scorretto.
Ultimamente l'antitrust ha punito con una sanzione pecuniaria una di queste società commerciali che pubblicizzava il riscontro di irregolarità sulla quasi totalità dei conti correnti analizzati. Negli ultimi mesi sono uscite numerose sentenze, ad avviso di chi scrive anche punitive e di "insegnamento", negative per l'utente bancario con condanna alle spese molto alte e soprattutto con condanna per i clienti alla lite temeraria.
Tutto questo fenomeno viene pompato continuamente dai media che, per fare ascolto, danno voce alla disperazione delle persone che finiscono di spendere gli ultimi denari che hanno per dare retta a consigli scellerati datigli da un consulente improvvisato, consigli venduti a carissimo prezzo per giunta.
Riporto il passo di una sentenza del Tribunale di Padova recentissima che nel condannare il cliente bancario a circa 52.000 euro per spese legali e lite temeraria recita: "...tale condotta processuale merita di essere opportunamente sanzionata ex art 96 c.p.c, anche in considerazione del fatto che, tale modo di affrontare la materia bancaria, denota la volontà di creare un contenzioso seriale in questa materia che invece è estremamente tecnica e complessa e che, colpa anche la gravissima congiuntura economica che ha colpito le famiglie e le imprese, meriterebbe di essere trattata con diverso approccio processuale".
Allora, visto lo scenario attuale cosa bisogna fare per evitare di passare dalla padella alla brace, come bisogna rispondere ai commerciali di queste strutture che girano per le vostre aziende e le vostre case come se stessero vendendo un piano telefonico?
Dalle statistiche effettuate dal mio studio, che ha analizzato circa 18.000 pratiche in 12 anni di attività, soltanto il 50% dei rapporti bancari esaminato ha delle problematiche rivendicabili. Per circa il 25% di questi i costi (tra spese legali e tecniche, spese di contributi unificati e altro) superano i benefici; pertanto rimane circa il 25% dei rapporti bancari sul quale poter effettuare contestazioni serie e sui quali si può ragionevolmente sostenere che l'eventuale debito con la banca verrà abbattuto o in sede giudiziale o stragiudiziale, oppure che il debito bancario si trasformi in un credito.
Vista la situazione attuale di estrema difficoltà, nei vari corsi e convegni che tengo, oppure nelle ore passate al telefono con i clienti, espongo sempre lo stesso concetto: un'azienda con seri problemi finanziari ed economici è paragonabile ad un malato di cancro. Ci sono due tipi di malati di cancro: quelli che sanno che se seguiranno la medicina ufficiale avranno una certa probabilità X di guarire dalla malattia, ed altri che preferiscono farsi prendere dal panico e affidarsi, dietro lauto compenso, a fattucchiere e truffatori sperando che una certa pratica bizzarra li conduca alla vita eterna.
Non finirò mai di ripeterlo: la banca non è la causa di tutti i mali della vostra azienda. La banca commercia denaro, ogni giorno lo compra e lo vende a tutti noi, bisogna solo capire se nel vendervi il denaro datovi a prestito ha commesso irregolarità ed in tal caso è corretto rivendicare gli importi che vi ha sottratto più gli eventuali danni. Dall'ampia casistica analizzata il 25% di tutti i rapporti bancari, che siano conti corrente, mutui, leasing, derivati, hanno importi rivendicabili. Bisogna soltanto scremare tutti i rapporti regolari e concentrarsi su quelli dove è ragionevolmente possibile averla vinta e considerare che si tratta sempre di cause dove conta la bravura dei vostri difensori (in tandem consulente tecnico di parte e avvocato), la bravura dei vostri avversari (in tandem consulente tecnico di parte e avvocato), e soprattutto l'interpretazione che darà il giudicante. In questa materia esistono sentenze di ogni tipo e di ogni genere ed è esattamente qui che potete verificare la serietà del vostro interlocutore che sta "vendendovi" una perizia.
Per questo motivo nei convegni parlo di verità statistica. Sono un matematico ed economista, non un giurista, e per ogni sentenza di primo grado che sia di appello o di cassazione, calcolo il risultato che potrebbe generare e lo sviluppo in termini di "sostenibilità di sistema". Ci sono infatti contestazioni tecnico-giuridiche corrette teoricamente ma che il sistema bancario non reggerebbe e pertanto non verranno mai messe in pratica dalla giurisprudenza. La nostra economia si regge sulle banche, sui prestiti ed il sistema non può permettersi che il credito bancario vada al "collasso".
Il dolo o la semplice ignoranza di chi cerca di vendervi a tutti i costi una perizia bancaria come se fosse la soluzione a tutti i vostri mali, sta nel dare per vinta una causa basata su una sentenza del Tribunale di Canicattì.
Per accertarsi se ci siano gli estremi per effettuare una causa contro la banca bisogna elaborare un analisi preliminare del rapporto bancario, vale a dire una visione sommaria del rapporto per evidenziare eventuali irregolarità. Naturalmente è fondamentale che questa visione preliminare venga effettuata in maniera seria dal vostro interlocutore perché nella stragrande maggioranza dei casi vi dirà che ci sarà usura sul rapporto analizzato, che recupererete sicuramente una grande quantità di denaro e che sono assolutamente certi dei risultati.
Non c'è certezza nella vita se non della morte e sicuramente non vi è certezza nell'ordinamento di diritto italiano, basterebbe un colpo di spugna, una modifica legislativa, per togliere ogni certezza al vostro presunto credito con la banca. E se fosse vero, come pubblicizzato da alcune società, dal carattere meramente commerciale, che su ogni rapporto ci sono irregolarità, non pensate che il governo avrebbe già risolto il problema con una modifica legislativa (non che non ci abbia provato più volte). Si lavora su una o più sfumature del sistema, certo che se la sfumatura diventasse una falla dalle dimensioni stratosferiche non sarà il sistema bancario a collassare, ma verranno semplicemente cambiate le carte in tavola.
Come accennato prima di effettuare una perizia è fondamentale fare una analisi preliminare del vostro rapporto bancario per verificare se ci sono gli estremi, fondati, per procedere ad una perizia vera e propria che servirà per fare una trattativa con la banca, per farvi effettuare un piano di rientro che sconti in parte gli importi rivendicabili, ovvero fare opposizione ad una richiesta di pagamento della banca (decreto ingiuntivo o precetto), oppure infine per fare una causa come attori e farci ripetere le somme indebitamente percepite dall'istituto di credito.
Per un occhio esperto è abbastanza immediato percepire se ci sono irregolarità sul vostro rapporto bancario, molte di queste irregolarità sono di sistema e sono state applicate reiteratamente negli anni da quasi tutti gli istituti bancari. L'esperienza nel campo è fondamentale, e questa si può avere soltanto dopo avere analizzato per anni migliaia di casistiche.
Anche se, come detto, è verificabile immediatamente se ci sono gli estremi per agire, bisogna in ogni caso esaminare ogni pratica con precisione per individuare con esattezza quanti sono gli importi rivendicabili. Come detto circa il 50% delle pratiche analizzate contiene delle irregolarità, ma solo per la metà di queste gli importi rivendicabili superano i costi necessari per poter recuperare queste somme.
Gli errori commessi dalle banche sono riassumibili fondamentalmente nelle seguenti tipologie:
- applicazione di interessi usurari che superano la soglia oltre la quale il tasso di interesse non può andare (cosiddetto tasso soglia);
- applicazione di interessi non pattuiti in maniera determinata e determinabile nel contratto che regola il rapporto;
- applicazione di spese, valute e commissioni non pattuite contrattualmente.
E' molto difficile che la banca compia errori nei conteggi, ma è probabile che la banca non rispetti le condizioni contrattuali fissate. Gli errori, quindi, non sono di tipo contabile ma sono errori "di diritto" ed è l'errore di diritto che porta conseguenze contabili che devono essere ricalcolate.
Per questo motivo è fondamentale che consulente tecnico di parte e avvocato formino un buon team, dal momento che entrambi sono imprescindibili per ottenere un buon risultato. Diffidate dai tuttologi, vale a dire da avvocati che vogliono fare i tecnici e dei tecnici che vi danno consigli legali.
Per usare una metafora calcistica il consulente tecnico di parte sarà il trequartista che effettuerà l'assist vincente al centravanti, l'avvocato, se competente (e non sono molti gli esperti in diritto bancario), metterà la palla alle spalle del portiere per portare la sua squadra alla vittoria.
Molte strutture commerciali effettuano una preanalisi gratuita analizzando i dati a campione con un semplice obiettivo: dirvi che ci saranno cifre rivendicabili nella totalità dei casi, il tutto per vendervi una perizia bancaria a costi proibitivi. Come detto l'analisi preliminare è uno studio tecnico che richiede a seconda delle tipologie di contratti analizzati un paio di ore di lavoro e quindi difficilmente potrà essere effettuata gratuitamente. Se considerate quanto detto circa la possibilità di recupero reale sulle pratiche analizzate capirete che solo il 25% delle preanalisi si trasformerà in perizia. E' evidente che farle gratuitamente comporterà sicuramente una forzatura nel consiglio da dare al cliente. Il perito tecnico bancario svolge una professione e intenderà essere remunerato dal tempo che impiega per il proprio lavoro, nessuno vi regala niente per niente. I costi per una preanalisi non saranno alti (di solito da una a due centinaia di euro) ma serviranno al perito per coprire i costi di lavorazione della pratica, senza la copertura di tali costi lo stesso sarà quasi "obbligato" a consigliarvi di fare una causa per "vendervi" una perizia.
Preferite un medico specialista che vi farà effettuare un pagamento per la sua consulenza scremando tutta una serie di accertamenti costosi perché la sua esperienza e scienza lo porterà ad escludere tutta una serie di patologie oppure quello che non vi farà pagare la visita specialistica ma vi prescriverà senza visitarvi tutta una serie di esami, anche invasivi e invalidanti, spesso molto costosi o addirittura quello che vi metterà sul tavolo operatorio senza essere certo di quello che andrà a fare?
E' esattamente questo il business che si è sviluppato dietro questo mercato. Tantissime società commerciali con reti di vendita basate sul multi-level marketing fanno girare consulenti improvvisati (spesso agenti di commercio di prodotti vendibili con questo sistema di vendita, tra l'altro vietato in Italia) per le aziende proponendo le perizie bancarie come se vendessero aspirapolveri senza verificare le reali esigenze delle aziende. Spesso l'azienda si troverà a far causa alla banca con aspirazione di poter recuperare centinaia di migliaia di euro per poi vedersi soccombere con condanne alle spese pesanti.
Ad oggi questa è la situazione di questo mercato in Italia: tribunali intasati da migliaia di cause bancarie di cui moltissime dilatorie e tantissime di queste saranno perdenti perché analizzate da soggetti improvvisatisi professionisti dopo un corso di mezza giornata sull'allettante mondo della "consulenza bancaria".
Qualora la preanalisi abbia dato elementi sufficientemente importanti si procederà alla stesura della perizia econometrica, ossia quello strumento che applica tutta la giurisprudenza ed i principi di diritto che muovono le contestazioni, corredate da calcoli precisi e finalizzate al conteggio effettivo dell'importo che potrà essere rivendicata alla banca.
I costi delle perizie sono variabili sul mercato, possono andare da poche centinaia di euro a un paio di migliaia di euro, a seconda della complessità del fenomeno e dalla difficoltà tecnica riscontrata nonché in base alle tempistiche di lavorazione che possono variare da una mezza giornata di lavoro a qualche giorno di lavoro.
Per concludere, oggi la crisi obbliga la revisione dei rapporti con la banca per diminuzione dei fidi, rientri e decreti ingiuntivi. Fate verificare da un professionista serio i vostri rapporti bancari perché il debito con la banca potrebbe non essere quello, ma potrebbe risultare inferiore o addirittura essere un credito. L'importante è affrontare il tema con cautela e professionalità per evitare di passare dalla padella alla brace.
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